Associazione Culturale "Res Humanae" | |||||||||||||
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La comunicazione Teatrale
La necessità di raccontare storie accompagna l’umanità fin dall’inizio
della sua storia. I racconti intorno al fuoco sono l’emblema di questo
tipo di pratica. Ancora oggi, il fascino di questa scena rimane
immutato: un narratore che accende immagini ed emozioni nella mente e
nel cuore di chi lo ascolta.
Il superamento della cultura orale trasforma il narratore in un attore,
le persone intorno al fuoco diventano pubblico. Successivamente pubblico
pagante. L’istinto e la naturalezza della figura del narratore si evolve
in una visione più consapevole del modo di raccontare.
Questo con lo scopo di sviluppare tecniche precise e funzionali
all’intrattenimento, varie e replicabili. L’utilizzo del corpo si affina
e diventa sempre più centrale, tanto da riuscire a comunicare anche
senza l’utilizzo della parola.
La combinazione strutturata di corpo, voce, tempo e spazio, costruiscono
un “pacchetto comunicativo” potentissimo. Questo mix è capace di creare
emozioni e reazioni, di influenzare persone, popoli e culture. Al centro
di tutto c’è il linguaggio (o i linguaggi), inteso come mezzo poliedrico
e motore di qualsiasi tipo di narrazione efficace, vero strumento per
“creare comunicazione”.
La comunicazione è essenziale per poter condividere questa esperienza.
Teatro è comunicazione
A teatro si parla, si comunica sia con il corpo che con la voce.
Il linguaggio teatrale si compone principalmente di questi due aspetti:
il verbale e il non-verbale. L’attività teatrale aiuta dunque a
potenziare l’abilità comunicativa e relazionale, attraverso l’uso
consapevole del corpo, della voce e dello spazio.
Attraverso varie tecniche teatrali, il laboratorio di teatro aiuta a
conoscere e gestire il proprio linguaggio non verbale (posture, gesti,
voce, uso dello spazio) e ad arricchire la propria capacità di
comunicazione e renderla più efficace.
Per rendere questo percorso proficuo, bisogna imparare anche
ad ascoltare. Fare teatro significa osservare l’altro e ascoltarlo, al
fine di comprenderlo.
Solo in questo modo sarà possibile interpretare il linguaggio non
verbale dell’interlocutore e capire quando intervenire sia con il corpo
che con la voce.
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